Cercasi rivoluzione, il vostro ultimo singolo. Qual è la rivoluzione che cercate?
La rivoluzione che cerchiamo è quella che si può definire una piccolissima rivoluzione pacifica. Cominciare a dire no a tutte quelle cose che assolutamente non ci servono. Per esempio giocare alle varie lotterie non ci serve, andare nei centri scommesse non ci serve, in quanto ciò ci da solo una felicità illusoria visto che oggi vinci cento e magari domani perdi mille. Non c’è nessuno che può venirci a dire che il gioco è un lavoro, è un mestiere. Il gioco è probabilità e la probabilità dice che alla lunga il banco vincerà sempre.
Altra piccola rivoluzione, dire no ai grandi colossi della tecnologia, questa corsa assurda all’ultimo modello, all’industria del superfluo.
Il muratore, per citare una categoria “normale”, non ha bisogno di acquistare il televisore maxi schermo per guardare le partite, quando poi non sa se riesce ad acquistare le scarpe al figlio.
Ecco questi sono tutti esempi di piccole rivoluzioni, se questa gente che non può permettersi certe cose cominciasse a dire no e cominciasse nuovamente come si faceva prima del boom economico degli anni sessanta a usare lo stretto necessario.
Le rivoluzioni violente hanno fatto grandi cambiamenti, ma non possiamo permetterci nuovi bagni di sangue, perché noi siamo un popolo passionario, un popolo che ancora crede nella libertà e nel futuro ma col sorriso sulla bocca.
Nel dialetto siciliano i bambini sin troppo svegli e discoli vengono detti “tinti”. Tinturia rappresentano le loro monellerie. La rivoluzione vi ha sempre accompagnato fin dalla scelta del nome del gruppo?
Assolutamente, fin dall’inizio ho pensato ed abbiamo pensato di abolire quello stereotipo di Sicilia, di mafia, di coccole, di baffetti, di lupare, di gente che si piange addosso.
Si i Tinturia, da sempre cercano di portare un vento di cambiamento e far sapere a più persone possibile come vanno veramente le cose, utilizzando questo mezzo che si chiama microfono ed è a vantaggio degli artisti e che gli artisti devono utilizzare a loro volta a vantaggio di chi segue la propria arte.
Il singolo è estratto dall’album “precario”, ancora un termine troppo attuale e troppo presente in questa società.
La morale quale potrebbe essere? Essendo il tutto così precario, dobbiamo cercare di sfruttare al meglio ogni piccola occasione che ci capita.
Per voi tantissimi concerti, qual è il vostro rapporto con il palco e con il live?
Sul palco cerchiamo di essere il più realisti possibile, cerchiamo di coinvolgere il pubblico che durante i nostri live ci segue in maniera entusiasta e numeroso.
Ci piace avere un contatto diretto ed immediato con loro, infatti anche per la nostra pagina facebook che conta più di centomila fans è seguita direttamente da noi.
Nel vostro ultimo album si contano numerosissime collaborazione, ve ne è una che avreste voluto realizzare ed ancora non si è concretizzata?
Si con gli Squallor. Io adoro gli Squallor e mi piacerebbe tantissimo poter fare qualcosa con loro.
Quali i prossimi impegni ed appuntamenti?
Ad inizio dicembre faremo delle date in Piemonte, fino ad arrivare all’appuntamento del 18 Dicembre ai Magazzini Generali di Milano.
Il calendario è comunque in continua evoluzione e potete seguire le nostre attività e tutti gli aggiornamenti dalla pagina facebook: Tinturia.
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