Come nasce l’idea di “Ebbanesis”?
Nasce dal voler unire qualcosa che in qualche modo faccia parte della tradizione (‘Ebbane che nel linguaggio in codice secolare tra musicisti- La parlesia- significa soldi, paga) a qualcosa di “pop” un po’ anche in base alla nostra personalità divisa tra classico, popolare e pop moderno…per cui nasce “Sis” che è il diminutivo di Sisters perché abbiamo un rapporto paragonabile a quello di due sorelle. Ecco qui ‘Ebbanesis.
“SIS” (di Ebbanesis) è l’abbreviazione di sorelle, il vostro legame è però di amicizia. Come nasce e quanto è forte?
Ci conosciamo dai tempi del liceo quando entrambe frequentavamo il laboratorio teatrale della scuola, ma senza avere alcun rapporto d’amicizia. Finito il liceo ci siamo ritrovate a percorrere la stessa strada artistica, era destino, per cui abbiamo iniziato a frequentarci anche aldilà dell’ambiente lavorativo, scoprendo così una forte affinità umana oltre che vocale e artistica, fino a diventare molto amiche…sorelle, si, assolutamente.
Come avete vissuto il successo sul web?
Beh, sempre con molta gioia. Il nostro discreto successo è la nostra più grande gioia, si…che secondo noi va vissuta con i piedi per terra, con consapevolezza, con allegria e mai con la testa tra le nuvole.
Nei vostri spettacoli musica, ma anche teatro. Cantanti ma anche attrici. Quale delle due forme di arte sentite più vostra?
Entrambe. Entrambe le “strade” camminano sempre parallelamente finendo per unirsi sempre. È il nostro mestiere.
Serena da poco sei diventata mamma, la gioia per questo arrivo e come pensi possa influire nel tuo lavoro?
Non esiste amore più grande, la gioia del suo arrivo ha riempito la mia vita dal suo primo pianto. Non conoscevo amore più profondo e solo in quel momento ho capito cosa intendono le mamme quando te lo raccontano. L’arrivo di mia figlia ha influito positivamente sul mio nuovo senso del tempo. Quando si diventa genitori si ha come la sensazione di non averne più, soprattutto se si allatta. Si approfitta quando dormono per correre in giro per casa a sbrigare faccende prima che possano risvegliarsi.
Durante il suo primo mese di vita ho praticamente studiato con lei in braccio, quel tempo libero l’ho dedicato allo studio del copione e delle arie, perché di lì a poco sarebbero iniziate le prove e poi le repliche. I figli rendono il senso del tempo prezioso. Mia mamma mi diceva sempre, quando ero piccola, di non rimandare a domani quello che si può fare oggi. E devo dire che aveva e ha tremendamente ragione. Il mio lavoro è diventato ancora più bello, ancora più importante! Proprio perché il tempo per lavorare te lo devi guadagnare quando sei mamma. E quando si torna a casa felici e soddisfatti i figli ne risentono positivamente!
“Fraveca e Sfraveca”, uno dei vostri inediti ha in qualche modo a che fare con il covid?
Si ma anche no. Noi l’abbiamo scritta quando di covid non se ne parlava nemmeno, bei tempi.
L’abbiamo scritta pensando a noi artisti, a noi lavoratori dello spettacolo perché…diciamoci la verità, il covid ha soltanto messo a galla i problemi del nostro settore, ma ci sono sempre stati, sia dal punto di vista sentimentale romantico, che da quello pratico.
L’avevamo scritta ma mai pubblicata, poi è arrivato masto Covid e abbiamo ritenuto opportuno pubblicarla proprio per sottolineare e avvalorare la nostra vicinanza a tutti i lavoratori dello spettacolo, comprese noi stesse, in un momento così drammatico e difficile. È caduta a pennello insomma, è stata aggiunta solo una frase in seguito “s’è miso pure ‘a pandemia “ perché è così: già era bello ‘o mobile.
A breve ci sarà la prima di “Così fan tutte” di Mozart (tradotta in napoletano). Ci parlate di questo progetto?
Beh diciamo che Mario Tronco ci ha messo nella condizione giusta, ha pensato prima a voler fare qualcosa con noi e poi al così fan tutte. Per noi è stato un colpo al cuore quando abbiamo realizzato di dover affrontare Mozart, a primo acchitto non è semplicissimo da accettare, poi con molto lavoro e dedizione ci siamo riuscite, per fortuna e siamo molto felici. Secondo lui, ma anche secondo noi, io e Serena siamo caratterialmente molto vicine ai personaggi che interpretiamo- Dorabella un po’ più sveglia, intraprendente. Fiordiligi ingenua, tenera, un po’ fuori dal mondo che le circonda…per cui non è stato difficile l’approccio ai personaggi, sembrano stati cuciti addosso a noi.
Fortunatamente in ogni cosa che facciamo, per adesso, c’è sempre molta della nostra personalità. Essendo attrici/cantanti di solito o ci esibiamo in qualcosa di solo cantato come il nostro concerto (che è pur sempre un continuo recitar/cantando) o appunto a teatro e al cinema con la sola prosa, per cui per noi affrontare un lavoro che ci vede attrici anche versatili, e cantanti-interpreti di un repertorio non proprio da tutti i giorni…insomma, ci fa esprimere a 360 gradi ed è quello che abbiamo sempre sognato entrambe, ed insieme. Al duo sicuramente porterà molta più consapevolezza, sicurezza e un orecchio molto più allenato.
Quali i vostri desideri e sogni nel cassetto?
Prima di tutto uno dei nostri desideri al momento è di tornare a fare il nostro lavoro con la spensieratezza di prima, non vediamo l’ora accada e lo speriamo tanto. Un altro sogno è pubblicare un nostro disco di soli inediti…e ci stiamo già lavorando da un po’.
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