Il tuo nuovo album “The cat with the hat”. “Il gatto con il cappello”, come mai questo titolo?
L’album è un omaggio a Gato Barbieri, mi si è presentato dinanzi e poi da un certo punto in poi l’ho sempre visto con il cappello.
Questa è una cosa che è partita dalla moglie. Un giorno la stessa disse che nessuno si sarebbe ricordato di lui se non avesse messo un cappello.
Fu una scelta decisamente pop o rock, però effettivamente ha funzionato.
Il mio ricordo di Gato Barbieri è sempre con questo cappello in testa.
Il titolo dell’album è un riferimento ovvio a lui.
L’album è un omaggio al Gato, non un voler ripercorrere i suoi brani ma suonare brani così come hai immaginato avrebbe potuto suonarli lui.
Penso sia più giusto che se qualcuno volesse approfondire la conoscenza di Gato Barbieri vada a sentire i suoi dischi,che sono bellissimi e che oggi fortunatamente si trovano quasi tutti. Ho avuto piacere di esplorare un repertorio per lo più sud americano.
Questo disco mi ricorda un po’ quello che feci a suo tempo diciotto-diciannove anni fa su Victor Jara.
Nell’album tante collaborazioni, puoi parlarci di qualcuna di esse?
Veramente ci sono tanti bei musicisti, a parte gli amici napoletani, con i quali
ho lavorato da sempre da Tommy De Paola ad Aldo Vigorito stavolta, però, ho avuto il piacere di lavorare con un batterista, lo conosco da circa due anni, Hamid Drake. Posso definirlo una colonna del batterismo contemporaneo, è uno che ha lavorato con Bill Laswell, Archie Shepp, Herbie Hancock, è davvero un musicista che sa affrontare qualsiasi tipo di situazione, un uomo di sessant’anni che sembra un ragazzino di venti, ha un energia incredibile e soprattutto è un bravo compagno, una persona con cui mi trovo benissimo.
Poi c’è Stefano Bollani con cui lavoro per Napoli Trip da circa tre anni e mi sembrava logica la sua collaborazione in questo disco anche perché Stefano ha suonato con Gato Barbieri ed ogni tanto gli chiedo qualche episodio particolare di questa collaborazione.
C’è Roberto Gatto che ha suonato con Gato Barbieri.
Poi c’è Lavinia Mancusi alla voce, Daniele Sansone, attuale voce dei Foja, che tra l’altro ha fatto parte del vecchio Capitan Capitone.
C’è Roberto Lagoa, argentino che militava in triade internazionale.
All’album ha partecipato anche una pattuglia di brasiliani.
Devo dire che tutto questo è successo in soli tre giorni, abbiamo registrato tutto in diretta come si fa con un disco di jazz senza i menamenti del pop.
E’ stato un bell’incontro, ci siamo divertiti, ci siamo abbuffati di roba da mangiare, ragù, polpette.
E’ venuto su un lavoro saporoso.
Hai appena citato “Capitan Capitone” e “Napoli Trip” due collettivi con i quali hai collaborato negli ultimi anni. Per i live di questo album invece quale sarà la formazione?
La formazione sarà dal quintetto con Hamid, con Tommy, con Davide fino ad arrivare al sestetto o all’ottetto.
Tanti ospiti. Questa estate al Pomigliano Jazz con molta probabilità ci sarà Enrico Rava che è tra le altre è stato uno che ha vissuto praticamente insieme a Gato Barbieri.
Come per Capitan Capitone è una situazione abbastanza elastica dal punto di vista dell’organico.
Sarà una cosa con una bella potenza, per cui c’è da divertirsi.
Molti ti definiscono un non “catalogabile”. Se ti dovessi tu stesso inserire in un genere musicale, quale sceglieresti?
Ma guarda, non sono catalogabile nel senso che se vieni a casa mia trovi più o meno diecimila cd che vanno dai canti dei pastori abruzzesi a quelli dei pastori mongoli, fino ad arrivare a Zappa passando per Beethoven, allo Stockhausen fino a John Coltrane.
La musica è così bella che non si può fare una scelta nel genere.
Ci vorrebbero sette vite come un gatto per arrivare a consumare e conoscere tutto quello che l’umanità musicalmente produce ed ha prodotto di bello. Quindi perché limitarci?
La data dell’uscita dell’album il 21 Marzo giorno di arrivo della primavera. E’ voluta o e’ casuale?
E’ assolutamente voluta.
Io sono uno di quelli che con l’inverno convive difficilmente.
Quindi la primavera, come quest’album è attesa come se fosse il pane, come se fosse l’acqua, come se fosse il vino.
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