Irene Fornaciari. Questo Tempo

Ph: Angelo Trani
Ph: Angelo Trani

Blu, uno dei primi brani che abbiamo ascoltato del tuo nuovo album parla di una tematica molto attuale, quella dell’ immigrazione e dei naufraghi. Ci parli un po’ del brano e di come ti poni verso la tematica?

In realtà questo pezzo è arrivato quando avevamo già concluso l’album, eravamo già alla fase dei mixaggi. Quando l’ho ascoltato la prima volta, ho avuto come un pugno allo stomaco ed al cuore, perché questo testo scritto da Giuseppe Dati e dove io ho lavorato in un secondo tempo è veramente molto profondo e riesce a raccontare il dramma dei migranti attraverso questa poesia e queste parole per niente retoriche.

Credo che attraverso questa canzone si possa far riflettere, alla fine abbiamo la fortuna attraverso le canzoni di poter lanciare dei messaggi. E’ stata definita una canzone coraggiosa, ma in realtà per me questa dovrebbe essere la normalità.

Purtroppo oggigiorno l’attualità parla dei migranti come fossero dei numeri e non ci si sforza di capire che in realtà si parla di esseri umani, di persone che affrontano questi viaggi della speranza alla ricerca di un futuro migliore. Il fatto che il testo, sia una storia con dei protagonisti è proprio per cercare di avvicinare le persone a capire che si tratta di esseri umani.

L’album ed una traccia in esso contenute prendono il nome di “Questo tempo”, come vorresti fosse questo tempo?

Il tempo che viviamo è un tempo un po’ confuso e dove molti valori si sono persi. Troppo spesso ci si affanna a cercare chissà che cosa o ci si mette in cerca della felicità e non si è mai appagati da quello che si ha. Il senso della canzone è proprio quello di riuscire ad apprezzare le cose più semplici, purtroppo a volte è semplice farsi distrarre dalla continua ricerca, il cercare sempre di più per poi rendersi conto che le cose più essenziali sono quelle semplici e che ti rendono felice. Questo tempo è un po’ così, un po’ confuso. Confido molto, nei giovani e che in qualche modo potranno cambiare un po’ in meglio il futuro.

In è solo un attimo, parli della necessità di mettersi in gioco, affrontando nuove sfide e superando le paure. Il concetto delle nuove sfide vale anche per te? ed anche tu hai delle paure?

Assolutamente, io credo che bisognerebbe sempre rimettersi in gioco e pensare che alla fine non c’è niente da perdere. Certo che ho delle paure anche io. Ho tante paure, anche perché sono una persona molto riflessiva, molto ansiosa.

 Uno degli ultimi singoli dell’album è dalla finestra di casa mia, questo brano ci porta a guardare il mondo in un modo più distaccato ma al tempo stesso più critico verso di noi. Forse oggigiorno siamo portati a delegare e dirci che i problemi non dipendono anche da noi.

Questo pezzo lo avevo nel cassetto già da un po’ di tempo, l’ho scritto quando vivevo a Genova ed abitavo in un appartamento che aveva questa finestra grandissima in sala che dava proprio sul mare.

A me piace osservare il mondo e tutto ciò che mi circonda, in questa canzone descrivo un po’ tutto ciò che vedevo da quella finestra e sicuramente questa canzone è anche un inno alla vita perché a volte ci si chiude in se stessi proprio per quella paura di affrontare la vita, in realtà nei ritornelli di questa canzone dico “oggi il celo è un miracolo vieni usciamo”, come per dire bisogna buttarsi, bisogna mettersi in gioco. Quando ci sei dentro alle situazioni difficili ti sembra tutto insormontabile e da cui è impossibile uscirne fuori, quando invece riesci ad osservare le cose in maniera un po’ più distaccata, un po’ più lucida capisci che tante cose che pensavi fossero difficilissime in realtà sono cose che si possono superare facilmente.

Oggi c’è un’altra finestra ove soprattutto i giovani si affacciano, mi riferisco a quella del web da dove spesso ci si illude di essere ovunque e conoscere ogni cosa. Com’è il tuo rapporto con il mondo del web?

Sono stata molto diffidente dai social network fino a circa un anno fa, adesso ho capito come viverli (in realtà si ritorna al discorso delle paure), avevo paura che questi social mi togliessero un po’ di privacy. In realtà ho capito, invece, che è un mezzo molto importante per comunicare e nel mio caso per comunicare direttamente con i miei fans che è la cosa più bella del mondo. Ovviamente bisogna saperla gestire e cercare di non essere sempre li. a volte mi capita di vedere delle immagini di ragazzini che sono al parco insieme e sono tutti ognuno sul proprio iphone, questo aspetto mi fa davvero un po’ rabbrividire in quanto si perdono un po’ le cose belle delle vita. Il fatto di viversi gli amici senza dover per forza vivere così virtualmente.

Quello, però, alla fine credo sia un po’ un rifugio. Internet, il pc, tutto, va bene ma bisogna saperlo dosare evitando che diventi una dipendenza. Mi è capitato, per fare un altro esempio di assistere ad un concerto e vedevo che il pubblico invece di goderselo erano tutti a riprenderlo col telefonino. Tutti a guardare il concerto attraverso il telefonino, questa è una cosa per me veramente assurda ma anche questa è purtroppo una costante dei giorni nostri. Non si vivono più le cose direttamente ma vengono filtrate attraverso questi apparecchi. E’ assurdo.

Margherita Zotti © Copyright Backstage Press. All Rights Reserved

 

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