
Mareducato, terzo album scritto da Gio Evan, si può definire un vero e proprio concept album. Il disco è composto da due parti distinte, musica e poesia. Nella prima parte ci sono dieci canzoni che rappresentano le tappe di un viaggio immaginario dalla riva al profondo del mare, dove ogni fase è uno stato d’animo, conoscenza di se stessi e dei propri limiti. I dieci brani ci accompagnano dalla costa all’abisso: “Introspezione” è l’inizio, la costa dell’album, “Marinconia” la riva, “Buster Keaton” la risacca, “Arnica” il mare, “Glenn Miller” Il fondale, “L’Amarea” l’alta marea, “Regali fatti a mano” gli scogli, “Mark Rothko” le onde, “Mantra Allegro” L’abisso , “Estrospezione” l’oceano. Nella seconda parte Gio dà invece spazio all’arte poetica recitando dieci poesie inedite accompagnate dalla musica.
Artista poliedrico: scrittore, poeta, cantautore, in quale realtà ti riconosci di più e come convivi con le varie forme d’arte?
Non mi sento distante da niente, anzi, ogni qualvolta mi definiscono un po’ mi fa male, davvero è possibile pensare che un uomo possa essere così poca cosa? Siamo molto di più di tutto quello che gli altri pensano che siamo.
Realtà e sogni. In ciò che scrivi quanto incide la realtà e quanto invece i sogni?
Non ho mai fatto un netto distinguo tra i due fenomeni. La penso come gli aborigeni, un giorno uno di loro mi disse: se sogno di volare, e mi sveglio con la sensazione di quell’esperienza, con i brividi di quel panorama, con la pelle d’oca ancora attiva, con la pancia che ancora deve riprendersi dal respiro delle altitudine, con che faccia posso dire alla mia vita che si trattava di solo un sogno?

Il tuo nuovo lavoro discografico si intitola MAREDUCATO. In ciò che fai c’è spesso un collegamento con la natura, anche per il tuo outfit sanremese ti sei rivolto ad un brand di capi fatti a mano provenienti direttamente da villaggi africani. Cos’è per te la sostenibilità e quanto è importante l’ambiente?
Ma, la sostenibilità non ha un “per me” non è soggettiva, non si discute sopra di essa. Sostenibile è tutto che non ha impatto ambientale etnico emotivo e fisico. Sostenibilità è tutto quello che il pianeta terra supporta. La scelta del mio brand sanremese è semplicemente un mio ideale, io sostengo il piccolo, non mi ammalia la mania di grandezza, sentirmi uomo di potere, io godo laddove il minuscolo sopravvive alla faccia del grande impero.
Cosa intendi per MAREDUCATO?
Una nuova forma di educazione che trascende l’educazione stessa.
Sui social sei molto seguito e molti ti prendono come esempio di vita grazie a ciò che racconti che spesso rappresentano veri e propri insegnamenti. Quanto incidono gli insegnamenti che dai alle persone su te stesso?
Niente, io non do insegnamenti, né ho aspettative su nessuno né mi influenza chi mi legge. Io non sono un maestro, non sono un poeta, non sono un guru, celebro solo la vita, considero il sacro, parteggio per il cielo. Quello che scrivo fa bene alla mia evoluzione spirituale, se c’è chi è al mio stesso passo di percorso, allora ho un amico, un amante, altrimenti continuo da me, ma non insegno niente, imparo ad alta voce, io.
Che valore dai alla solitudine?
Un valore fondamentale.
In ARNICA dici: “…e cerco un posto dove poter fare il debole…”. Lo hai trovato? Qual è quel posto per te?
Si ma non è in questo mondo, non qui. Bisogna intraprendere altre vite, altri pianeti, spostarsi da qui, usare il corpo invisibile e trasferirsi ogni volta che è consentito. Se vuoi un giorno ti ci porto.
Da oltre un anno viviamo in una strana situazione, che ci ha privato della “normalità” a cui eravamo abituati. Cosa ti manca di più di quel periodo e cosa invece terresti della situazione attuale quando tutto sarà finito?
Correre a squarciagola davanti a tutti, mi manca questo.
Il video di Arnica è interpretato da Alessandro Haber, Fabio Troiano, Nancy Brilli, Ludovica Nasti e Gio Evan, è diretto da Fabrizio Conte che ha scelto di raccontare il pianto attraverso i sentimenti contrastanti che puo’ esprimere, dolore e tristezza ma anche gioia e liberazione: “Siamo abituati ad associare le lacrime al dolore, ma in realtà il pianto non esprime un unico sentimento: si piange di gioia, di tristezza, di frustrazione, di rabbia, di paura. Ognuno di noi, nelle diverse fasi della propria vita, sperimenta tutte queste tipologie di emozione, e magari si trova a singhiozzare in solitudine senza neanche capire esattamente il perché.” spiega il regista “E’ questo il concetto che ho voluto esprimere, attraverso la commovente interpretazione di quattro attori (Alessandro Haber, Fabio Troiano, Nancy Brilli e Ludovica Nasti) molto lontani tra di loro per generazione e formazione, ma perfetti per rappresentare queste lacrime così catartiche.”
“Le lacrime sono la massima espressione emotiva che possiamo permetterci, oltre loro, il vuoto” -racconta Gio Evan- “Piangiamo alla nascita, di dolore, dalle risate, di tristezza, di paura, di sorpresa, per eccesso di contentezza e di felicità. Le lacrime sono il mare con cui siamo composti. E’ doveroso restituirle con qualche onda alla vita”.
Dopo l’esperienza al festival di Sanremo ed il cd, il lavoro di Gio Evan è completato dal nuovo libro di poesie “Ci siamo fatti mare”. Una raccolta di poesie dal concept unico: il mare del titolo entra nelle pagine invadendo i versi e le fotografie, che recuperano l’antica arte del cianotipo per dare vita a immagini spettacolari. Giocoliere di parole, funambolo del verso, Gio Evan ha reso la poesia bestseller. Un personaggio unico nel suo genere: ha girato il mondo in bicicletta (dall’India al Sudamerica) e ha vissuto accanto a santoni e sciamani. Ora, quando non è a passeggiare nei boschi o ad arrampicare in montagna, gira l’Italia in tour sold out di musica e poesia.
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